Montecorvino
Rovella è posta nella verdeggiante oasi dei Monti Picentini, a circa 24
km. da Salerno; conta 11 mila abitanti ed ha una estensione territoriale
di Ha 3.000. La sua posizione
naturale favorisce un clima meraviglioso.
La
maggior parte della popolazione Montecorvinese è dedita
all’agricoltura, ne eccellono produzioni di olive ed olio extra vergine
di primissima qualità, nocciole, castagne, pomodori, cereali e non manca
il buon vino.
Esistono
sul territorio importanti industrie per la lavorazione del legno,
laterizi, manufatti in ceramica, industriale ed artigianale,
abbigliamento, ovattifici, ecc. .
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La
sua storia ha inizio nel 269 a.C., quando i Romani, alla cui testa vi
era il console Sempronio Sofo, sconfissero i Piceni, un popolo di antica
origine sull’ Adriatico, e li trapiantarono con la forza a popolare e
coltivare il territorio della Campania, tra il confine meridionale della
lega nocerina ed il confine settentrionale della lega lucana, occupando,
così, il vasto territorio compreso tra i fiumi Sele e Sarno, al fine di
rendere quelle terre più prospere.
Fu
costruita una città cui venne dato il nome di Picenza e Picentini furono
chiamati i suoi abitanti per distinguerli dai Piceni rimasti sull’
Adriatico.
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Foto panoramica di Montecorvino Rovella
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Più
volte questa popolazione si ribellò al giogo romano e Picenza venne rasa
al suolo per ben due volte ( la prima volta nel 201 a.C. quando si alleò
con Annibale, e la seconda volta nell’ 89 a.C., durante la Guerra
Sociale). I romani per vendicarsi fecero obbligo ai superstiti di
non poter ricostruire una città unita, consentendo solo la costruzione di
piccoli villaggi sparsi sul territorio, facilmente dominabili in caso di
ulteriore rivolta. Nacque
Montecorvino. Sull’origine del nome ci furono diverse ipotesi;
quella più accreditata dagli storici si rifà alla presenza dei corvi
sulle alture del Monte Nebulano che domina il paese. Alla stessa ipotesi
è ispirato lo stemma civico.
Il
Monte Nebulano ci mostra ancora oggi i ruderi di un Castello, il cui nome
è appunto Castello Nebulano, sorto probabilmente intorno al VI sec. d.C.,
dapprima come fortificazione in legno ( lignitie ) e poi rinforzato
in fabbrica (fabrite )con i resti ben visibili di una grossa cinta
muraria con Mastio, Vallum e Bassa Corte.
Questa
importante fortificazione ,che faceva parte di un pregevole disegno
di difesa del territorio costiero, nell’ 850 d.C., offrì ricovero,
insieme ai castelli di Eboli ed Olevano, alle popolazioni della
pianura, minacciate dalle incursioni saracene.
Anche
il Castello Nebulano ha conosciuto una doppia distruzione; la prima
avvenne nel 1137 ad opera di Ruggero il Normanno, nella vasta presa di
possesso dell’intera Italia Meridionale, e la seconda volta, nel 1392,
quando le soldatesche di Ladislao di Durazzo, capitanate da Alberico da
Barbiano, lo espugnarono perché aveva dato ospitalità ai Sanseverino,
potentissimi signori di Salerno di parte angioina.
Il
Castello fu ricostruito e sostenne in fatto d’armi , ospitandolo, il Re
Alfonso I di Aragona. Per tale aiuto, il nipote Alfonso II di Aragona, per
riconoscenza, conferì il titolo nobiliare a 23 famiglie del luogo, con
privilegio del 24 giugno 1494.
Nel
1532, a testimonianza dell’ accresciuta importanza della città,
Montecorvino con Olevano e Melfi era tra le più efficaci sedi di
cancelleria di Principato Citra o Citeriore . Queste avevano il compito
della stesura dei verbali che successivamente venivano inviati al
Capoluogo del Regno ( Napoli ).
Devoluta
definitivamente al Regio Demanio alla fine del XV secolo, dopo
innumerevoli controversie, per circa tre secoli, attraversò il periodo più
buio della sua storia tra vendita a feudatari e conseguente riscatto di
cittadini demanisti.
Nel
1572 fu venduta ai Grimaldi, nel 1638 ai Pignatelli, nel 1719 ai Revertera,
nel 1738 di nuovo ai Pignatelli, nel 1744 ai Genovese, nel 1788 ancora ad
un nipote dei Genovese ( Mariano), finché, finalmente, nel 1795 venne
rivendicata a sé per convenzioni coi demanisti e nel 1806 divenne libera
per la legge eversiva della feudalità.
Nel
1820, a seguito di una legge emanata da Ferdinando I di Borbone il 1^
maggio 1816, si separò il Casale di Pugliano, che assunse il nome di
Montecorvino Pugliano.
L’antichissimo
territorio montecorvinese, che dalle porte di Salerno raggiungeva la
località Campoluongo, nel Comune di Eboli, è andato sempre più
riducendosi nel tempo con la nascita di nuovi Comuni, e ciò avvenne con
la nascita di Montecorvino Pugliano, sopra citata, nel 1820, Pontecagnano
Faiano nel 1911, Battipaglia nel 1929 e Bellizzi nel 1990.
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